Essere o…Avere?
Nel dibattito filosofico e sociologico, la domanda "Essere o Avere?" emerge come una riflessione sulla natura umana e sulla società contemporanea.
Questi due concetti rappresentano due modi di esistere e approcciare la vita che spesso si intrecciano e si contrappongono.
Il concetto di “essere” si riferisce alla crescita personale e alla realizzazione di sé. Essere significa vivere pienamente il momento presente, sviluppare le proprie potenzialità e coltivare la propria identità, con un’enfasi sulle emozioni e sulle relazioni genuine.
Dall'altra parte, “avere” riguarda il possesso e l'accumulo di beni materiali.
È un modo di vivere che si concentra sul desiderio di possedere sempre di più,
spesso a scapito dell’auto-realizzazione e delle relazioni personali.
Avere implica una ricerca costante di sicurezza e status sociale attraverso il possesso di oggetti e ricchezze.
Una persona che vive secondo il principio dell'essere potrebbe dedicarsi a coltivare amicizie e relazioni significative, o a perseguire la conoscenza di sé stesso e del mondo che lo circonda.
Ad esempio, la vita di un artista potrebbe non essere segnata da ricchezze materiali o successi economici, ma ciò che conta per lui è l'autenticità della propria espressione.
Il vero valore del suo esistere non sta nel guadagno, ma nell'esperienza della creazione, nella bellezza che può generare, nel modo in cui la sua arte riesce a connettere le emozioni degli altri.
Nella società moderna, invece, l'avere si identifica nel consumismo e nelle pubblicità che incoraggiano l'accumulo di beni. Questo comportamento può portare
a una vita superficiale, dove il valore di una persona è misurato dal suo patrimonio piuttosto che dalle sue qualità e virtù.
L'avere può anche essere interpretato come il desiderio di sicurezza e appartenenza, in cui si cerca l'approvazione sociale.
È un comportamento molto influenzato dal contesto socio-culturale, dove la società spesso promuove l'idea che il valore di una persona sia
direttamente legato a ciò che possiede.
Viviamo in un mondo caratterizzato da forti pressioni sociali, dove siamo spesso
bombardati da messaggi che ci spingono verso l'acquisto di prodotti, il raggiungimento di obiettivi e la ricerca del successo individuale.
Tuttavia, bisogna ammettere che il concetto di "avere" ci permette di accedere a beni e servizi, e poter soddisfare bisogni fisici e psicologici chi ci fanno sentire sicuri e appagati.
Ma sebbene l'avere sia necessario per la nostra vita quotidiana, è essenziale trovare un equilibrio, evitando di cadere nella trappola del consumismo e del materialismo, che possono svuotarci interiormente.
La vera sfida è trovare un'armonia che rispetti le nostre esigenze materiali senza sacrificare la nostra essenza interiore.
Saremo davvero liberi quando riusciremo a trovare un equilibrio tra il nostro desiderio di “avere” e la nostra ricerca di “essere”, senza lasciare che una delle due dimensioni prenda il sopravvento sull'altra.
La vera ricchezza non risiede nel possesso, ma nella capacità di vivere autenticamente, di essere in armonia con sé stessi senza paragonarci continuamente agli altri, cercando il nostro equilibrio interiore, e perseguendo obiettivi che vadano oltre il mero accumulo di beni.
“Il «cogito ergo sum» di Cartesio è stato trasformato dal capitalismo in «possiedo quindi sono». Ma quando un individuo viene spogliato dei suoi averi, che cosa resta del suo essere?”